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Differenza tra esche siliconiche e hard bait: quando usare l’una o l’altra

Davide Maspero - TEAM FISH

Uno dei dilemmi più comuni tra i pescatori riguarda la scelta dell’esca artificiale giusta. Meglio puntare su un’esca siliconica oppure su una hard bait? È una domanda che si pongono i principianti che muovono i primi passi nello spinning, ma anche gli esperti che cercano di affinare la propria tecnica in condizioni particolari. La verità è che non esiste una risposta definitiva: entrambe le categorie di artificiali hanno punti di forza e limiti, ed è proprio l’abilità del pescatore nello scegliere l’esca giusta al momento giusto a fare la differenza. Conoscere bene le caratteristiche delle siliconiche e delle hard bait significa aumentare le catture, ma anche vivere una pesca più consapevole e divertente.

Le esche siliconiche hanno letteralmente cambiato il modo di intendere lo spinning negli ultimi decenni. Sono realizzate in materiali morbidi, spesso arricchiti da sali o aromi che aumentano la loro attrattività. Le forme sono quasi infinite: dai worm sottili che imitano vermetti o lombrichi, agli shad che richiamano piccoli pesci foraggio, passando per creature e craw che simulano gamberi e insetti. La loro arma segreta è la naturalezza: la morbidezza del silicone permette movimenti molto realistici e convince i pesci a trattenere l’esca più a lungo in bocca. Per un pescatore questo significa avere più tempo per la ferrata, riducendo il rischio di slamate. Altro punto forte è la possibilità di montaggio. Texas rig, Carolina rig, drop shot, wacky, jighead: ogni montatura si adatta a situazioni diverse, dalla pesca in zone erbose fino ai fondali profondi. È come avere una cassetta degli attrezzi con infinite soluzioni per ogni scenario.

Le hard bait, invece, appartengono alla tradizione della pesca con artificiali e continuano a essere protagoniste assolute. Realizzate in plastica rigida o in legno, sono progettate per imitare alla perfezione un piccolo pesce, un insetto o una preda in difficoltà. Jerkbait, crankbait, popper, stickbait, lipless: ogni modello è studiato per offrire un’azione precisa. Un crankbait, ad esempio, scende velocemente e batte sul fondo emettendo vibrazioni, mentre una jerkbait recuperata a strappi simula una preda ferita che scatena l’istinto dei predatori. Le hard bait sono perfette quando serve coprire molta acqua in poco tempo: grazie al loro movimento vistoso e alle vibrazioni, attirano pesci anche a distanza. Per questo molti le scelgono quando i predatori sono in caccia e si muovono attivamente nello spot.

La differenza di fondo tra siliconiche e hard bait non è quindi solo nel materiale, ma nello stile di pesca. Le siliconiche incarnano un approccio lento e ragionato, perfetto nei momenti di apatia dei predatori. Immagina una giornata d’estate con acqua cristallina e sole alto: i pesci sono sospettosi, fermi sul fondo. In queste condizioni una gomma recuperata piano, con piccoli colpi di cimino, può risultare irresistibile. Le hard bait invece rappresentano la velocità e l’aggressività. Quando l’acqua è leggermente velata o i predatori sono in frenesia alimentare, un crankbait o un popper recuperato rapido scatena attacchi spettacolari. La differenza si nota anche nel tipo di abboccata: con le siliconiche è spesso delicata, quasi impercettibile, mentre con le hard bait l’attacco è violento e immediato, regalando scariche di adrenalina difficili da dimenticare.

Un altro aspetto importante è l’ambiente. Le siliconiche sono regine in spot ricchi di ostacoli: tronchi sommersi, erbai, fondali intricati. Grazie alle montature anti-incaglio è possibile pescare anche nei punti più difficili, dove spesso si nascondono i predatori più grossi. Le hard bait danno il meglio in acque più libere, dove il loro movimento può svilupparsi senza rischi. Certo, con l’esperienza si possono usare anche tra ostacoli, ma il rischio di incaglio è sempre dietro l’angolo. Qui entra in gioco la sensibilità del pescatore: capire dove e come usare un artificiale è il segreto per sfruttarlo al massimo.

Anche la stagione influisce enormemente sulla scelta. In inverno, con l’acqua fredda e i pesci rallentati, le siliconiche sono spesso imbattibili. Recuperi lenti, shad montati su jighead che scivolano vicino al fondo, piccoli vermi animati a drop shot: queste tecniche riescono a convincere anche predatori poco attivi come il lucioperca o il persico reale. In primavera ed estate, invece, quando la temperatura sale e i pesci entrano in frenesia alimentare, le hard bait dominano. Un jerkbait recuperato a strappi o un popper in superficie nelle prime ore del mattino possono scatenare attacchi spettacolari di black bass, lucci o spigole. L’autunno è una stagione di mezzo: qui l’alternanza tra siliconiche e hard bait diventa fondamentale. I predatori si alimentano per accumulare energie, ma possono essere imprevedibili, e cambiare esca può trasformare una giornata anonima in una memorabile.

Il feeling in pesca è un’altra variabile che distingue le due tipologie. Le siliconiche richiedono sensibilità, perché spesso l’abboccata è appena percettibile: un piccolo peso, una vibrazione insolita. È una pesca che richiede pazienza e concentrazione, ma che regala grandi soddisfazioni a chi ama la tecnica. Le hard bait, invece, sono più dirette: basta lanciare, recuperare a diverse velocità e già si possono ottenere risultati. Per questo sono spesso consigliate ai principianti che vogliono avvicinarsi allo spinning: permettono di imparare la meccanica della pesca senza troppa complessità. Le siliconiche rappresentano invece un livello più avanzato, ma una volta padroneggiate aprono infinite possibilità, soprattutto in condizioni difficili.

Alla fine, la vera abilità del pescatore sta nel non schierarsi con una sola categoria, ma nel saperle usare entrambe. Portare in cassetta sia siliconiche che hard bait permette di adattarsi alle condizioni del momento. Ci sono giornate in cui i predatori attaccano tutto ciò che si muove veloce e rumoroso, e le hard bait regalano emozioni uniche. Altre volte, invece, solo un’esca morbida recuperata con delicatezza riesce a ingannare pesci sospettosi. La pesca è fatta di osservazione, adattamento e sperimentazione: cambiare esca al momento giusto può fare la differenza tra una giornata vuota e una ricca di catture.

 

In definitiva, esche siliconiche e hard bait non sono rivali ma alleate. Una rappresenta la raffinatezza, l’arte di pescare nei momenti difficili, l’altra la spettacolarità e l’efficacia nei momenti di massima attività dei predatori. Conoscerne le differenze e saperle alternare significa diventare pescatori più completi, pronti ad affrontare qualsiasi condizione. E soprattutto significa vivere la pesca a spinning come un’esperienza dinamica e coinvolgente, fatta non solo di catture, ma di emozioni e continua scoperta.

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